Quando una coppia si separa, la gestione delle spese relative ai figli diventa uno degli aspetti più delicati e spesso fonte di tensioni e conflitti. L’obiettivo di ogni famiglia dovrebbe invece essere quello di garantire continuità e stabilità ai figli, preservando la loro serenità e il loro stile di vita. In Italia, la normativa cerca di tutelare questo principio, delineando regole chiare ma lasciando anche spazio alla personalizzazione in base alle reali esigenze familiari e alle capacità economiche dei genitori.
Regole fondamentali per divisione delle spese
Il punto di partenza per tutte le questioni economiche post-separazione è il mantenimento dei figli. Entrambi i genitori hanno l’obbligo di concorrere al mantenimento, indipendentemente dall’affidamento. La legge italiana prevede infatti che le spese ordinarie, come vitto, alloggio, vestiti, istruzione di base e medicina di routine, siano generalmente coperte dall’assegno di mantenimento. Questo importo viene definito dal giudice o dagli stessi coniugi, in base alla capacità reddituale di ciascuno, con l’obiettivo di preservare il tenore di vita precedente alla separazionemantenimento dei figli.
Le spese straordinarie rappresentano quelle spese non prevedibili o comunque non ricorrenti, quali cure mediche specialistiche, viaggi di istruzione, attività sportive agonistiche, acquisto di strumenti tecnologici, corsi di lingua, master, baby-sitter o assistenza per figli disabili. Su queste, la linea guida del Tribunale di Milano aggiornata al giugno 2025 evidenzia che molti costi, finora oggetto di controversia, vanno suddivisi tra i genitori anche in assenza di accordo preventivo, con una tabella dettagliata per favorire la chiarezza e prevenire conflitti giudiziari.
Il principio di proporzionalità e la suddivisione delle spese
Comunemente si ritiene che la ripartizione debba essere al 50%. Tuttavia, la giurisprudenza afferma che la divisione va effettuata in modo proporzionale al reddito e alla capacità lavorativa di ciascun genitore; il contributo non deve essere necessariamente paritario. Questo approccio è fondamentale per assicurare equilibrio e giustizia, evitando squilibri che potrebbero ripercuotersi sui figli. La Cassazione, in recenti pronunce, ha sottolineato che occorre valutare non solo la situazione reddituale, ma anche la capacità di lavoro e il contributo dato al ménage domestico da ciascun genitore.
Alla luce di questa regola, il genitore che dispone di maggiori risorse economiche è tenuto, se necessario, a sostenere una quota più alta delle spese straordinarie. Allo stesso tempo, è possibile che le parti, contestualmente o antecedentemente alla separazione, raggiungano un accordo personalizzato poi formalizzato nel verbale di separazione o nell’omologa giudiziale.
Vacanze, spese individuali e casi particolari
Le spese per le vacanze rappresentano un caso a sé. Secondo la prassi e la normativa, le vacanze trascorse dai figli con uno dei genitori sono interamente a carico di quest’ultimo e non rientrano tra le spese straordinarie da dividere. Questo significa che il costo della vacanza sostenuto dal genitore, nel periodo in cui il minore si trova con lui, resta totalmente a suo carico e non può essere richiesto un rimborso all’altro genitore, neppure in caso di consenso preventivo. Se però i figli partono da soli, la spesa può ricadere tra quelle straordinarie e quindi essere suddivisa secondo il regime concordato, generalmente al 50% salvo diversa disposizione giudiziaria.
Un altro punto importante riguarda il versamento dell’assegno di mantenimento durante il periodo di vacanza. Anche quando i figli trascorrono parte del mese con il genitore che versa l’assegno, questa somma è comunque dovuta, poiché si tratta di una cifra commisurata su base annua e non di un rimborso mensile di spese vive.
Strategie concrete per evitare litigi e favorire il dialogo
Affrontare la gestione delle spese in modo trasparente e collaborativo rappresenta il modo migliore per prevenire conflitti tra genitori separati, tutelando il benessere dei figli. Le seguenti strategie si sono rivelate efficaci:
- Formalizzare gli accordi: È fondamentale che i genitori formalizzino per iscritto, già nella separazione, la suddivisione delle spese, aggiornando eventualmente il patto negli anni in base alle mutate esigenze dei figli e alle variazioni reddituali.
- Utilizzare strumenti di rendicontazione: Un metodo concreto è quello di mantenere una tracciabilità delle spese, utilizzando applicazioni dedicate o semplici fogli di calcolo condivisi. Questo aumenta la trasparenza e riduce le incomprensioni.
- Richiedere il consenso preventivo: Per spese straordinarie rilevanti, è buona prassi ottenere il consenso scritto dell’altro genitore prima di sostenere la spesa, evitando rivendicazioni successive.
- Ricorrere alla mediazione familiare: In caso di disaccordo prolungato, la mediazione rappresenta uno strumento prezioso per risolvere i conflitti in modo costruttivo, favorendo il dialogo e l’interesse superiore dei minori.
- Prevedere clausole di revisione: L’inserimento di clausole che consentano la revisione dell’accordo economico in caso di variazioni significative nella situazione lavorativa o reddituale di uno dei genitori è utile per adattare la suddivisione degli oneri nel tempo.
Tra le spese straordinarie, le più frequenti sono:
- Spese mediche specialistiche e trattamenti
- Libri scolastici, viaggi studio e corsi extracurriculari
- Beni e servizi per figli con disabilità
- Attività sportive agonistiche e corsi di formazione specialisticispese straordinarie
Nuove tendenze e interpretazioni giurisprudenziali
Le recenti pronunce dei tribunali stanno ampliando il concetto di spese straordinarie, includendo voci come le baby-sitter, i master e l’assistenza a minori con disabilità anche in assenza di accordo tra i genitori, sulla base di linee guida aggiornate e volte a offrire maggiore tutela e flessibilità nell’interesse dei figli.
In conclusione, la comunicazione e la predisposizione all’accordo sono il vero antidoto ai litigi, tanto quanto una buona conoscenza della normativa vigente e l’utilizzo di strumenti di rendicontazione. Solo seguendo queste linee guida sarà possibile garantire ai figli un ambiente sereno, in cui la gestione economica diventa una questione di responsabilità condivisa e non di conflitto. In caso di difficoltà, è sempre possibile ricorrere ai professionisti della mediazione familiare o del diritto di famiglia, per trovare soluzioni equilibrate e tutelare, sempre, l’interesse superiore dei minori.