Il calcolo dell’ISEE 2025 è stato oggetto di numerose modifiche rispetto agli anni precedenti, introducendo nuove voci che possono influire in modo significativo sull’indicatore, anche per coloro che ritenevano di avere una situazione reddituale invariata. Per ottenere un quadro accurato della situazione economica del nucleo familiare e accedere alle agevolazioni sociali, è fondamentale comprendere quali componenti vengono considerate e quali nuove tipologie di reddito sono state introdotte nel computo.
Componenti principali considerati nel calcolo
L’ISEE si basa su una formula che tiene conto di due elementi fondamentali: il reddito complessivo del nucleo familiare e il patrimonio sia mobiliare che immobiliare. A questi si applica il 20% del valore totale dei patrimoni, che va sommato al reddito complessivo; il totale viene poi diviso per un parametro detto “scala di equivalenza”, che varia in base al numero dei componenti del nucleo.
Per formulare l’ISEE, quindi, si sommano:
- Il reddito lordo percepito da ciascun membro del nucleo (inclusi lavoro dipendente, pensioni, rendite finanziarie e altri redditi soggetti a tassazione);
- Il patrimonio mobiliare (conti correnti, depositi bancari e postali, titoli, fondi, azioni);
- Il patrimonio immobiliare (proprietà immobiliari, terreni, fabbricati);
- Altre forme di reddito, comprese alcune novità della normativa 2025.
Va sottolineato che i conteggi vengono eseguiti direttamente dall’INPS sulla base dei dati riportati nella DSU, ossia la Dichiarazione Sostitutiva Unica.
Le novità del 2025: la voce che molti ignorano
Una delle modifiche più rilevanti per il 2025 riguarda l’introduzione di nuovi redditi nel computo ISEE: rientrano ora tutti i redditi derivanti da piattaforme digitali, tra cui quelli da noleggio a breve termine (come affitti turistici gestiti tramite portali online) e quelli dalla vendita abituale di beni e servizi in rete. Questa categoria rappresenta una novità impattante, poiché in precedenza questi introiti venivano spesso sottovalutati oppure esclusi da chi preparava la DSU.
Oggi invece, se una persona svolge anche saltuariamente attività di vendita online o offre servizi su piattaforme digitali come lavori freelance, gestione di case vacanza o e-commerce, tali somme devono essere dichiarate e incidono direttamente sull’indicatore economico. Quanto dichiarato può, in molti casi, far salire sensibilmente il valore ISEE, portando le famiglie al di fuori della soglia di accesso a numerose agevolazioni.
Questa misura è stata introdotta per rispecchiare le nuove dinamiche economiche dei nuclei familiari italiani e consentire una valutazione più equa e realistica della situazione reddituale, visto l’incremento delle fonti di reddito alternative attraverso il digitale.
Altre modifiche e voci escluse o incluse nel 2025
Anticipata dalla Legge di Bilancio 2025, la normativa aggiornata ha introdotto alcuni cambiamenti anche rispetto a benefici e patrimoni che devono o non devono essere considerati:
- Esclusione dell’Assegno Unico per figli a carico dal calcolo ISEE in riferimento ad alcune prestazioni (tra cui Bonus asilo nido e Bonus nuovi nati). Questo implica che i benefici percepiti con questa misura non incidono più sull’indicatore per determinati contributi.
- Strumenti finanziari specifici esclusi: titoli di Stato, buoni postali e libretti postali sono stati eliminati dall’elencazione dei patrimoni su cui calcolare la quota del 20%. Questa modifica favorisce i risparmiatori che prediligono strumenti statali per la sicurezza dei propri fondi.
- Esclusione degli immobili colpiti da calamità naturali, i cui valori non andranno più a incrementare il patrimonio immobiliare dichiarato.
Inoltre, sono stati leggermente modificati i coefficienti della scala di equivalenza, che servono a ponderare la situazione famigliare. In particolare, nuclei con presenza di soggetti con disabilità grave potranno contare su coefficienti più vantaggiosi, che consentono un calcolo più equo delle loro effettive esigenze.
Gli elementi che fanno salire l’ISEE a sorpresa
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda alcuni elementi patrimoniali e reddituali che, se sommati, possono far crescere in modo considerevole il valore dell’ISEE:
- Risparmi detenuti su conti correnti o libretti, anche se non movimentati frequentemente, devono essere interamente dichiarati e sono soggetti all’inclusione attraverso la quota del 20%, incidendo sensibilmente soprattutto per chi possiede capitali accumulati da tempo.
- Immobili non abitati o seconde case, terreni intestati anche a figli minori;
- Patrimoni all’estero, che devono essere riportati nella misura del valore di mercato;
- Compensi e guadagni da attività digitali, come già specificato, compresi piccoli arrotondamenti o vendite di oggetti usati tramite piattaforme online;
- Partecipazioni in società, anche se non danno luogo a redditi effettivi durante l’anno solare, in quanto il valore delle quote contribuisce alla definizione del patrimonio mobiliare.
Un altro punto spesso trascurato è dato dagli intrecci con la DSU. Qualsiasi omissione, volontaria o involontaria, può essere rilevata in fase di controllo e comportare rettifiche, perdita di benefici e sanzioni amministrative.
I rischi della non corretta dichiarazione e come tutelarsi
La corretta compilazione della DSU, che costituisce la base per il calcolo dell’ISEE, è fondamentale non solo per accedere alle agevolazioni, ma anche per evitare ripercussioni legali e amministrative. Dal 2025, infatti, l’incrocio delle banche dati INPS, Agenzia delle Entrate e piattaforme digitali rende la verifica dei dati immediata ed efficiente.
Omettere nel calcolo i redditi derivanti da piattaforme digitali o da investimenti, così come risparmi o immobili, espone il cittadino sia al ricalcolo del valore ISEE (con conseguente perdita degli aiuti ricevuti) sia a eventuali sanzioni.
Si consiglia pertanto di:
- Verificare con attenzione tutti i movimenti bancari e inserire sia i saldi che le giacenze medie rilevate al 31 dicembre dell’anno precedente;
- Raccogliere la documentazione su beni e redditi detenuti all’estero;
- Palesare qualsiasi entrata atipica, anche di entità modesta, proveniente da vendite online, affitti turistici o prestazioni di servizi su piattaforme digitali;
- Affidarsi a un CAF o a un professionista per il controllo finale della DSU, in caso di dubbi su quanto dichiarare.
Infine, è utile ricordare che l’ISEE non fotografa solo lo stato reddituale, ma anche patrimoniale del nucleo, e che il 2025 segna un passaggio storico nella trasparenza e accuratezza delle dichiarazioni, spingendo verso una maggiore attenzione anche alle piattaforme digitali come fonte di reddito da non sottovalutare.
Laddove la dichiarazione risulti scrupolosa e completa, si avrà una valutazione corretta della propria situazione e, contestualmente, l’accesso alle numerose misure di sostegno pensate per le diverse esigenze familiari. Rendere nota ogni voce richiesta, specialmente le fonti che in passato potevano sfuggire al controllo, è non solo un obbligo formale, ma anche la migliore strategia per ottenere i benefici spettanti ed evitare contestazioni future.