Artrosi e dolore cronico? Ecco i trattamenti più efficaci approvati dalla scienza

L’artrosi rappresenta una delle principali cause di dolore cronico e disabilità nella popolazione adulta e anziana, incidendo profondamente sulla qualità della vita. Si tratta di una patologia degenerativa articolare caratterizzata dalla progressiva perdita della cartilagine che ricopre le superfici delle articolazioni, spesso accompagnata da infiammazione, rigidità e perdita della funzionalità. Oggi, la scienza ha identificato una serie di trattamenti, sia farmacologici che non farmacologici, che si sono dimostrati efficaci nella gestione dei sintomi e nel rallentare la progressione del danno articolare.

Approcci farmacologici: quali farmaci funzionano davvero?

Il trattamento farmacologico dell’artrosi ha come scopo il controllo del dolore, la riduzione dell’infiammazione e il mantenimento della funzionalità articolare. Secondo le attuali linee guida, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene e naprossene, sono tra i primi strumenti utilizzati per trattare il dolore lieve o moderato. Gli analgesici come il paracetamolo trovano un impiego simile, soprattutto nei pazienti che non tollerano i FANS o presentano comorbidità che ne controindicano l’uso.

In presenza di dolore severo non responsivo ai trattamenti di primo livello, possono essere prescritti, solo per periodi limitati e sotto attenta sorveglianza, oppioidi minori. Tuttavia, questa opzione è riservata a casi selezionati per il rischio di dipendenza e effetti collaterali significativi.

Un’altra strategia terapeutica sempre più diffusa è rappresentata dalle infiltrazioni intra-articolari di acido ialuronico o corticosteroidi. Tali iniezioni possono ridurre efficacemente il dolore e migliorare la funzionalità soprattutto nei casi di artrosi ginocchio o anca. Studi clinici hanno confermato che il ciclo di 5 infiltrazioni settimanali di acido ialuronico può risultare efficace quanto il trattamento sistemico con FANS, ma con un profilo di tollerabilità spesso migliore.

Alcuni farmaci, come la idrossiclorochina, sono stati sperimentati in forme erosive con componente infiammatoria, ma l’evidenza scientifica attuale a sostegno del loro uso è ancora limitata e necessità di ulteriori studi approfonditi.

Fisioterapia, esercizio e gestione attiva: pilastri non farmacologici

Oggi è universalmente riconosciuto che la fisioterapia svolge un ruolo centrale nella gestione dell’artrosi e conseguente dolore cronico. Il percorso riabilitativo mira al recupero della forza, della mobilità e della funzione articolare attraverso tecniche passive (come terapia manuale, laser terapia, TENS, TECAR) e una parte attiva fondamentale rappresentata dagli esercizi terapeutici su misura.

L’attività fisica regolare contribuisce a mantenere il trofismo muscolare, stimolare la lubrificazione articolare e ridurre il dolore cronico. La personalizzazione del programma di esercizi — impostato da un fisioterapista esperto — consente di adattare l’intensità alle esigenze e alle condizioni del paziente, prevenendo sovraccarichi e complicanze.

La rieducazione posturale e l’utilizzo di ausili ortopedici (come ortesi, plantari o bastoni) rappresentano strategie aggiuntive particolarmente utili nel supportare l’articolazione, ridurre il carico e prevenire ulteriori degenerazioni.

  • Programma di esercizi personalizzato volti a migliorare forza, equilibrio e flessibilità
  • Terapie strumentali: laser, ultrasuoni, TENS, magnetoterapia
  • Educazione del paziente sugli stili di vita corretti e strategie di autogestione
  • Perdita di peso e controllo metabolico, soprattutto nei soggetti in sovrappeso

Infiltrazioni, terapie innovative e chirurgia: cosa dice la scienza?

Oltre ai trattamenti convenzionali, nella pratica clinica sono ampiamente utilizzate le infiltrazioni intra-articolari. Le principali sono:

  • Acido ialuronico: consigliato soprattutto nelle fasi iniziali di artrosi su grandi articolazioni (come ginocchio e anca). Migliora la viscosità del liquido sinoviale e può portare a una significativa riduzione del dolore e miglioramento della funzione nel breve-medio termine.
  • Corticosteroidi: da riservare a situazioni di infiammazione acuta o dolore particolarmente intenso, anche se devono essere evitati trattamenti ripetuti nel tempo per minimizzare il rischio di danni cartilaginei.

Terapie più recenti, come i farmaci biologici, sono al momento oggetto di studio clinico in molti paesi ma non sono ancora approvati per l’uso nell’artrosi in Italia. Questi trattamenti mirano a modulare i processi infiammatori articolari a livello molecolare e potrebbero rappresentare la frontiera futura nella gestione del dolore cronico artrosico.

Quando le terapie conservative falliscono, soprattutto nei casi di artrosi avanzata con grave limitazione funzionale, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. L’opzione più diffusa è la protesi articolare (sostituzione totale o parziale dell’articolazione), che rappresenta l’unica soluzione definitiva per recuperare mobilità e autonomia nel lungo termine.

Gestione integrata e prevenzione delle recidive

La gestione del dolore cronico nell’artrosi deve essere sempre integrata e multidisciplinare, coinvolgendo diverse figure professionali: il reumatologo, il fisiatra, il fisioterapista e quando necessario il chirurgo ortopedico. L’educazione del paziente e il coinvolgimento attivo nella gestione dei sintomi sono fondamentali: imparare a riconoscere i segnali dell’infiammazione, affidarsi a programmi di esercizio appropriati e mantenere uno stile di vita sano permettono di prevenire le recidive e limitare la progressione della malattia.

Una buona comunicazione medico-paziente, la prevenzione dei fattori di rischio modificabili (come sovrappeso, sedentarietà, posture scorrette) e l’aderenza alle cure sono determinanti per ottenere risultati duraturi. Oltre alle cure mediche, diversi pazienti riferiscono beneficio da rimedi naturali e terapie complementari (ad esempio l’idrokinesiterapia, le cure termali, la fitoterapia con estratti di glucosamina e condroitina), anche se spesso le prove scientifiche a supporto restano deboli rispetto alle terapie approvate.

In sintesi, le strategie per il dolore cronico artrosico si basano su un’integrazione di farmaci, fisioterapia personalizzata, infiltrazioni mirate e, quando indicato, chirurgia. Adottare un approccio personalizzato e aggiornato alle ultime evidenze scientifiche consente di migliorare in modo significativo la qualità della vita delle persone colpite da questa condizione cronica.

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