Quando una grandinata improvvisa colpisce un vigneto, l’impatto può essere devastante e comprometterne pesantemente la produttività annuale. I danni possono raggiungere anche il 90% nelle aree maggiormente colpite, come riportano recenti cronache agricole, con la rottura dei germogli e la perdita di una quota significativa di raccolto. In questi casi, agire tempestivamente con le operazioni urgenti corrette può salvare parte della produzione e ridurre i danni futuri alle viti.
Valutazione immediata dei danni
La prima fase fondamentale consiste nella valutazione accurata dei danni. Appena le condizioni lo permettono, è necessario entrare in vigna e osservare con attenzione lo stato delle piante: bisogna annotare la percentuale di fogliame perso, l’entità dei danni sui tralci, lacerazioni nei grappoli e la presenza di ferite fresche su legno e germogli. È bene documentare con foto e note lo stato del vigneto sia per fini assicurativi sia per una corretta pianificazione degli interventi. Questo aiuta anche le associazioni di categoria e le amministrazioni locali a valutare la possibilità di richiedere lo stato di calamità naturale, come avvenuto in diversi comprensori viticoli negli ultimi anni.
L’esperienza suggerisce che la valutazione dei danni immediati non sempre restituisce un quadro definitivo: alcune lesioni appariranno più evidenti solo nei giorni successivi, soprattutto dove ci sono rotture interne ai tralci e ai capi a frutto. Inoltre, se i danni ai fili di sostegno risultano gravi, andranno evidenziati in previsione della potatura invernale. Le conseguenze, infatti, potrebbero riflettersi anche sulla produzione dell’anno successivo.
Interventi urgenti sulle piante ferite
Dopo una grandinata, la vite è esposta a una serie di rischi secondari, primo fra tutti l’insorgenza di infezioni fungine come la peronospora o l’oidio, favorite dalle ferite aperte lasciate dai chicchi di ghiaccio. È importantissimo intervenire rapidamente:
Anche la tempestività delle operazioni è cruciale: più rapido è l’intervento, maggiori sono le probabilità di salvaguardare una parte del raccolto e prevenire danni strutturali alle piante.
L’importanza della gestione agronomica post-evento
Nei giorni successivi, occorre monitorare quotidianamente l’andamento del vigneto. In molti casi, si possono manifestare cadute tardive dei grappoli danneggiati, o comparire sintomi di patologie non immediatamente visibili. La perdita di produzione può variare in base alla fase fenologica della vite: una grandinata all’inizio dell’allegagione rischia di provocare perdite totali, mentre in prossimità della vendemmia i quantitativi recuperabili sono maggiori, anche se sempre accompagnati da una possibile alterazione qualitativa dei mosti.
In questa fase, è importante:
Un corretto monitoraggio fitosanitario consente inoltre di intercettare tempestivamente l’insorgere di patogeni quali Botrite o Peronospora, che possono trovare facile ingresso attraverso le ferite lasciate dalla grandine, aggravando ulteriormente il quadro sanitario delle viti.
Sostegno economico e prevenzione futura
Affrontare una perdita improvvisa e ingente della produzione può mettere a dura prova la sostenibilità finanziaria di un’azienda vitivinicola. Le principali associazioni di categoria, come Coldiretti, raccomandano di:
Fattori come il cambiamento climatico stanno rendendo questi fenomeni estremi sempre più frequenti, imponendo una programmazione aziendale più attenta e l’adozione di strumenti di tutela del reddito. In zone particolarmente esposte, si consiglia la diversificazione delle varietà coltivate e la scelta di portainnesti e forme di allevamento più resistenti alle sollecitazioni atmosferiche.
Una componente strategica fondamentale resta la formazione continua del personale aziendale sulle tecniche di gestione delle emergenze e la collaborazione con le strutture di ricerca agronomiche per aggiornarne le competenze.
Considerazioni finali
La capacità di un viticoltore di reagire efficacemente a una grandinata improvvisa dipende non solo dalla tempestività e dalla correttezza degli interventi, ma anche dall’adozione di strategie di gestione dei rischi su più livelli. Se in passato questi eventi venivano considerati rarità, oggi la loro frequenza impone la piena consapevolezza di tutte le tecniche disponibili – dalla sistematica valutazione dei danni alle pratiche di difesa chimica, dalla riformulazione degli schemi di potatura alla richiesta tempestiva di sostegni economici. Solo agendo su ogni fronte, con razionalità e professionalità, si può garantire la sopravvivenza e la redditività del vigneto anche dopo una grave grandinata.